Immobili in Italia …. effetti collaterali
Come nelle confezioni di medicinali ci sono elencati i possibili effetti collaterali,anche nell’acquisto di immobili da investimento in Italia, si dovrebbe conoscere benissimo un aspetto, non affatto trascurabile ai fini del risultato economico finale,tanto più che casistiche di questo tipo sono diventate frequentissime.
Se affittate una casa a canone concordato, fruite di una aliquota IMU piu’ bassa (0,76% in molti Comuni). Ma che succede se il conduttore non paga il canone e non se ne va? Da quando ottenete lo sfratto e fino al momento dell’esecuzione dello stesso (quindi anche dopo anni) il contratto e’ risolto e quindi pagate l’IMU piena (1,06%) come se fosse sfitta. Aggravio che si aggiunge al mancato canone, alle spese condominiali, alle spese legali. Ah scusate: dal momento in cui il contratto e’ risolto (e conseguentemente la casa è considerata sfitta dal Fisco anche se l’inquilino vi abita e non paga l’affitto), dal 2014 pagate anche l’IRPEF sul 50% della rendita catastale, se l’immobile e’ nello stesso comune di residenza.
Questa poca chiarezza, la complessità delle regole e delle tasse,rendono sempre più difficile, trasformare in investimento, l’acquisto di un immobile sul territorio Italiano.
Ecco perché, ormai da qualche anno, sono esplosi gli acquisti immobiliari all’estero.
Ci sono paesi, con prospettive economiche floride, con margini di crescita importanti e con una classe media in cerca di benessere,dove le politiche economiche e fiscali sono orientate a favorire gli investimenti, tutelando e incoraggiando gli investitori esteri. Certo, anche in questi casi, è fondamentale rivolgersi a persone preparate, esperte e qualificate, per trovare la soluzione alle proprie esigenze, ma almeno la prospettiva di fare un buon investimento nel mattone possiamo continuare a coltivarla.